A come Andy, Warhol ovviamente, A come artista, A come America.
America degli anni ’50, The Place To Be, siamo nel pieno del boom economico, il consumismo si fa spazio tra i cittadini, la bottiglietta di Coca – Cola è il nuovo must have e Marylin Monroe la nuova Dea da venerare.
Il “nuovo mondo” diventa il soggetto preferito dell’eclettico artista che contribuirà alla costruzione della sua immagine grazie alla realizzazione delle sue opere.
Prima di diventare il famoso “Andy”, dalla parrucca bionda e l’occhiale dalle lenti scure, Warhol ha avuto un lungo periodo di apprendistato, dove si è dovuto fare largo, a colpi di matita, tra incertezze, dubbi e insuccessi nella Big Apple.
Dopo aver fatto visita a numerose redazioni, fu la rivista Glamour a proporre, ad “Andy lo straccione”, di illustrare l’articolo Il successo è un lavoro a New York, offrendogli la possibilità di farsi conoscere dalle testate più in voga del momento: Harper’s Bazaar, Mademoiselle, Glamour, American Girl, Seventeen, Good Housekeeping e McCall’s, realizzando illustrazioni di moda.
“ANDY WARHOL Illustrations for Fashion Magazines, 1951-1963” è la mostra che ha racchiuso dal 10 al 16 novembre, nello showroom della designer Maria Calderara, il percorso artistico dei primi anni di carriera del giovane Andy, in occasione dei trent’anni del suo spazio milanese dal gusto minimal.
Attraverso la rappresentazione di borse, abiti, accessori e scarpe, Warhol riesce a raccontare in un modo unico e tutto personale, lo stile dell’epoca rivolgendosi ogni volta a un target diverso, dalle studentesse dei college di lusso, alle donne alto borghesi, alle giovani teenager americane.
Una collaborazione durata trentotto anni, che ha portato la firma dell’artista su ben 400 numeri di riviste e ha consentito, in seguito, all’artista di essere consacrato icona della Pop Art.